La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) è molto più diffusa di quanto si pensi. Se tratta di interruzioni di varia intensità, più o meno frequenti e di durata variabile del nomale atto respiratorio ed è causata dall’occlusione delle vie aree alte. I segni vanno dal russamento, fino ad arrivare alla vera e propria interruzione della respirazione. Ad ogni apnea corrisponde un abbassamento della concentrazione dell’ossigeno (O2) nel sangue ed un conseguente aumento di quella dell’anidrite carbonica (CO2). A questo corrispondono oscillazioni della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa.
I sintomi, proporzionati alla gravità del problema, sono:
– sonnolenza diurna
– affaticamento
– perdita di memoria
– problemi di concentrazione
– cefalea
– obesità
Ovviamente si tratta si sintomi che potrebbero essere riferibili ad altre problematiche.
Ma che cosa favorisce questo quadro? I fattori predisponenti sono molteplici. Trattandosi di una patologia ostruttiva ad esempio dormire in posizione supina peggiora il quadro clinico. Ma anche la macroglossia, l’ostruzione nasale, l’ipertrofia dell’ugola, l’obesità in quanto spesso associata ad eccessivo grasso localizzato nella sede del collo il quale esercita un’azione compressiva delle strutture interessate.
E’ importante una diagnosi precoce e già il russamento è un segno da non sottovalutare. Infatti, secondo la comunità scientifica, questa sindrome predispone ad un aumento del rischio cardiovascolare (infarto ed ictus), a forme diabetiche e disturbi del sonno.
La diagnosi viene fatta nei centri specializzati con una valutazione clinica ed un esame chiamato Polisonnografia, attraverso il quale viene monitorata la qualità del sonno rilevando una serie di parametri vitali. A seconda di quale sia la causa di questa sindrome si adotta una strategia terapeutica specifica. In genere si consiglia l’utilizzo di CPAP (macchina da usare la notte che spinge l’aria attraverso un respiratore nelle vie aree a pressione specifica al fine di evitre questi fenomeni ostruttivi) o nei pazienti con modeste apnee con protusori mandibolari generalmente meglio tollerati dal paziente.
Solitamente l’effetto della terapia è immediato. Il paziente avverte subito i benefici, migliorando notevolmente la qualità di vita ed il benessere percepito.
Come si inserisce l’osteopatia in quest’ottica? L’approccio osteopatico può aiutare in misura variabile a seconda della causa che genera questa ostruzione. In tutti i casi, eliminare eventuali disfunzioni funzionali a livello craniale o a livello cervicale, permette di migliorare l’equilibrio meccanico-funzionale delle aree coinvolte e questo può già di per sé apportare un beneficio più o meno marcato. Ovviamente non sempre questo è sufficiente ma può supportare una terapia medica specifica.
Per ulteriori approfondimenti sul tema ecco il sito dell’Associazione Italiana Medici del Sonno: http://www.sonnomed.it
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